Traduzione letteraria: Il ballerino nell’albero

Volevo presentarvi un altro progetto, direi tra tutti quello che mi sta più a cuore. questa volta si tratta di una traduzione letteraria. Il progetto riguarda la traduzione in spagnolo del libro di William Boselli Il ballerino nell’albero, splendida opera autobiografico del mio caro amico Willy.

William è un amico di famiglia da tutta la vita, ed io stessa conosco la sua storia da sempre. A soli 18 anni scopre di avere un angioma al midollo che lo costringerà all’immobilità fisica. Dalla sua storia nasce un libro bellissimo, scritto da lui stesso, che racconta come la sua condizione fisica gli abbia permesso di conoscere se stesso e di capire i veri valori della vita, il tutto condito con battute di spirito ed autoironia. Il titolo stesso “Il ballerino nell’albero”, credo racchiuda il vero senso di tutto il libro: l’essere racchiusi in un corpo che non risponde ai tuoi comandi, come se ci trovassimo intrappolati nel tronco di un albero, non ha impedito a William di essere un ballerino, sempre in movimento e sempre pronto a cogliere e a provare nuove emozioni. Proprio per il tema a me familiare e per l’originalità del testo ho deciso di provare a tradurre per lo meno una parte della sua storia verso lo spagnolo e di rendere per quando possibile ogni singola sfumatura che William ha voluto dare al suo racconto. Tra l’altro il fatto di conoscere personalmente l’autore di un libro che ci si ritrova a tradurre devo dire che è stato davvero utile in questa esperienza perché quando mi sono trovata davanti a frasi o parole che non capivo o non sapevo come tradurre mi bastava chiamarlo e chiedergli: ”Ma Willy, cosa volevi dire esattamente in questo o quel passaggio?”, in modo che le sue parole mi guidassero durante il percorso e mi permettessero di vedere il più possibile con i suoi occhi.

Dialetto bolognese e dialecto andaluz

Nel 2011 ho vinto una borsa Erasmus che mi ha permesso di studiare e vivere 7 mesi a Málaga, nell’estremo sud della Spagna, una città che ho amato e che amo per tutto quello che mi ha dato e da cui ho imparato tanto. A forza di stare 24 ore al giorno a contatto con gente del posto dal barista all’impiegato della banca, mi sono trovata catapultata nel mondo del dialetto andaluso o, come direbbero loro, dell’ “andalú”. La ricchezza di questo dialetto è senza fine, tant’è che spesso mi sono trovata a chiedere a diversi amici: “Perché avete così tante parole ed espressioni diverse rispetto al castellano?”. E la risposta che mi davano era sorprendentemente sempre la stessa: “Pos stá claro hija, porque vivimos en la calle. Aquí siempre hace buen tiempo y estamos acostumbrados desde siempre a vivir en la calle, a pasar mucho tiempo fuera de casa charlando, tomándonos una caña, viendo el fútbol…y así nos enriquecemos el uno al otro”. Queste parole mi sono entrate dentro, così ho deciso di inserire, dove mi sembrava più opportuno locuzioni ed espressioni andaluse, per fare arrivare a un lettore spagnolo le stesse sensazioni che sono arrivate a me leggendo questo libro quando mi sono trovata davanti ad espressioni gergali.

Qui di seguito un assaggio… Per comodità vi lascio anche la versione in italiano.

IMMAGINI, SORRISI

A Phuket attraverso una strada sulla mia carrozzina. Un bimbo vende serpentelli di carta che muove abilmente, per attirare i turisti. Poi mi vede, mi guarda, mi sorride e mi chiede come mai sono sulla carrozzina. Gli dico che sono malato. Lui senza dire nulla mi mette le sue piccole manine sulle gambe. Poi esclama: “Ma queste sono forti”. Poi guarda mio padre e gli dice: “Buttalo in mezzo alla strada. Alla prima macchina che arriva, lui si spaventa, si alza e va via”. E sorridendo se ne va con i suoi serpentelli di carta.

IMÁGENES, SONRISAS

En Phuket cruzo una calle en mi silla de ruedas. Un niño vende serpientes de papel que mueve con habilidad para atraer a los turistas. Luego me ve, me mira, me sonríe y me pregunta por qué estoy en silla de ruedas. Le contesto que estoy enfermo. Sin añadir nada me pone sus pequeñas manos sobre las piernas. Luego exclama: “¡Pero si estas están fuertes!. Luego mira a mi padre y le dice: “Déjalo en el medio de la calle. En cuanto llegue un coche él se va a asustar, se levanta y se va”. Y se va con sus serpientes de papel sonriendo.

[…]

2009 – OGGI

C’è un bellissimo film di Sean Penn che si intitola “Into The Wild”, che racconta la vera storia di un ragazzo che, per sfuggire al consumismo ed al capitalismo, abbandona i lussuosi agi e la vita in società per ritrovare se stesso dentro ad una dimensione solitaria, andando a vivere negli spazi della grande prateria americana in totale solitudine. E la lezione che impara sulla condizione umana è uno dei suoi ultimi pensieri: “Happiness is real only when shared”, la vera felicità è solo quella condivisa. E sento una profonda appartenenza al significato semplice di questa frase. Perché più del battito del mio centrale sacchetto rosso, mi tiene in vita il battito cardiaco di chi mi è accanto. Il vostro pulsare, amici miei, scorre dentro le mie vene e mantiene la mia mente lucida e la mia anima completa. Voi siete in me. Voi siete me.

Intanto che il calendario finisce le sue pagine anche quest’anno, l’emozione che regna in me sembra una lotta greco romana tra speranza e paura. Ma è uno di quei pomeriggi che somigliano a regali. Con le nuvole a dare solo un contrasto scenografico al fondale celeste. Fuori dalla mia finestra il profumo di una stagione che non vuole terminare. Se avete voglia venitemi a trovare. Il caffè è sul fuoco. Vi aspetto. Non mi muovo.

2009 – HOY

Hay un peliculón de Sean Penn que se llama “Hacia rutas salvajes”, que va de un chico que para escaparse del consumismo y del capitalismo abandona las comodidades, los lujos y la vida en la sociedad para encontrar su verdadero yo en una dimensión solitaria, viviendo en las grandes praderías americanas acompañado solo por sí mismo. Lo que aprende sobre la condición humana está recolectado en uno de sus últimas reflexiones: “Happiness is real only when shared”. Y siento que pertenezco totalmente al significado de esta frase en su sencillez. Porque lo que me hace vivir es el latido cardíaco de quién está a mi lado más que el latir de mi corazón. Vuestro latido, amigos míos, corre en mis venas y mantiene mi mente activa y mi alma completa. Vosotros estáis dentro de mí. Vosotros sois yo.

Mientras el calendario termina sus páginas este año también, mi alma alberga una lucha entre esperanza y miedo, como en las luchas griego-romanas. Es una tarde de esas que te parecen un regalo. Con las nubes que crean un contraste escenográfico con el cielo. Si tenéis ganas venid a verme. El café está listo. Aquí os espero. No me muevo.

Per motivi di spazio ho potuto mettere solo qualche breve paragrafo, spero, però che vi sia venuta voglia di leggere questo meraviglioso libro. Vi invito a visitare il sito http://www.wtkg.it/ per maggiori informazioni.